Ecco cosa vedere in un viaggio in Uzbekistan: 10 giorni sulla Via della Seta tra Khiva, Bukhara e Samarcanda e alcuni angoli inaspettati
Dopo lo Sri Lanka e la Malesia, ecco un altro viaggio on the road in Asia: questa volta sono andata alla scoperta dell’Uzbekistan sulla Via della Seta con le sue madrase, le incredibili architetture, la storia del Tamerlano e paesaggi naturali incontaminati. Una meta insolita dalla quale non sapevamo cosa aspettarci, in cui abbiamo incontrato pochi turisti occidentali e che si è rivelata oltre ogni aspettativa. Abbiamo trascorso in Uzbekistan 9 giorni pieni: in questo articolo trovate cosa vedere, quando andare, dove mangiare e tutti i consigli per organizzare il viaggio in Uzbekistan sulla Via della Seta.
Uzbekistan: quando andare
Si può andare in Uzbekistan tutto l’anno. Le stagioni migliori sono la primavera da Marzo a Giugno e l’autunno da Settembre a Novembre. In estate il clima è molto caldo, in particolar modo a Luglio e Agosto si arriva anche fino a 45 / 50 gradi. L’inverno invece è mediamente freddo, ma si riesce comunque a girare bene, anche se potreste incontrare giornate nuvolose e colori più grigi; non è invece indicato per fare escursioni in montagna, poiché c’è neve.
Viaggio fai da te in Uzbekistan: cosa vedere
Giorno 1: Khiva
Giorno 2: Khiva > Bukhara
Giorno 3: Bukhara
Giorno 4: Bukhara e dintorni
Giorno 5: Bukhara > Samarcanda
Giorno 6: Katta Langar e Shahrisabz
Giorno 7: Samarcanda > Tashkent
Giorno 8: Piccolo Chimgan
Giorno 9: Tashkent
Dove dormire in Uzbekistan
- Khiva (1 notte): Meros b&b, € 40 a notte
- Bukhara (3 notti): Boutique Hotel Minzifa, € 75 a notte
- Samarcanda (2 notti): Antica Family Guest House, € 65 a notte
- Tashkent (3 notti): Level Hotel, € 63 a notte
Giorno 1: Khiva
La prima tappa del viaggio in Uzbekistan è Khiva, antichissima oasi sulla Via della Seta, circondata dal deserto. Concentratevi nella Ichon Qala, la città fortificata racchiusa dalle mura, un museo a cielo aperto dipinto con i toni caldi dei mattoni. L’accesso alla Ichon Qala è a pagamento (il biglietto si fa all’entrata principale) ed è molto piccola, tanto che si visita in mezza giornata, ma cercate di trascorrervi la notte per assistere al tramonto al Terrassa Cafè.


COSA VEDERE A KHIVA
- Kuhna Ark: questa fortezza del XII secolo era l’antica residenza dei sovrani di Khiva. Girovagate nel suo labirinto di corridoi e cortili, all’interno vi è una moschea privata all’aperto, la sala del trono e dei musei in cui non vale la pena perder tempo; con il biglietto VIP si può salire sulla torre di guardia, l’edificio più antico di Khiva. Interessante notare la pedana rialzata in pietra nei cortili, che un tempo ospitava una grande yurta, eredità della tradizione nomade di questi popoli.


- Palazzo Tosh Hovli: questo palazzo costruito da un sovrano di Khiva tra il 1830 e il 1841 comprende oltre 270 camere su tre corti, tra cui l’harem che è la parte più decorata. Attenzione poiché vi sono due entrate.
- Mausoleo di Pakhlavan Makhmud: vale la pena pagare un biglietto extra per visitare il mausoleo dedicato a Pakhlavan Makhmud, poeta e lottatore molto venerato in Uzbekistan. Gli interni decorati con piastrelle blu sono una gioia per gli occhi e anticipano le più belle architetture che troverete in questo viaggio in Uzbekistan.


- Moschea Juma: la Moschea del Venerdì possiede 218 colonne di legno tutte intarsiate con decorazioni e scritte. La moschea risale al X secolo e venne ampliata nei secoli successivi. E’ un luogo raccolto in cui i giochi di luce trasferiscono una sensazione di intimità. Accanto vi è anche il minareto Juma sul quale si può salire per avere un panorama della città.
- Minareto Kalta Minor e Madrasa Amin Khan: il Minareto Corto venne costruito intorno alla metà del 1800 con l’intenzione di essere il più alto dell’Oriente, ma rimase incompiuto. Accanto c’è una madrasa (antica scuola superiore islamica, non più attiva), non visitabile all’interno.


DOVE MANGIARE A KHIVA
- Mirza Boshi – Discreto ristorante che ci è stato consigliato dal nostro b&b. Ha tutti i piatti classici che troverete in Uzbekistan, noi abbiamo provato i manti (ravioli di carne) e i noodles all’aneto, una specialità di Khiva che troverete solo qui e che non ci è sembrata molto saporita.
- Zerafshan – Questo ristorante situato nell’antica madrasa Tolib Makhsum e arredato nello stile tradizionale uzbeko, è stato il nostro preferito a Khiva. Saporite le insalate, molto buoni e morbidi i manti. Super consigliato.
- Terrassa Cafè – Venite qui per ammirare il tramonto sulla terrazza all’aperto, potrete mangiare oppure semplicemente prendere un tè o un calice di vino.


Giorno 2, 3, 4: Bukhara
Raggiungere Bukhara da Khiva con il driver vi porterà via quasi mezza giornata (durata del tragitto 5 ore e mezza), in mezzo non c’è nulla da vedere: organizzatevi con il pranzo al sacco oppure chiedete al driver di fare tappa in un ristorante, ma aspettatevi un’atmosfera molto local. Da qualche anno c’è anche il treno, da prenotare con molto anticipo sul sito delle ferrovie uzbeke.
Bukhara è considerata la città sacra sulla Via della Seta. Un tempo capitale del regno persiano, il suo centro storico è rimasto intatto e non toccato dalla dominazione sovietica che ha invece stravolto altre città; è quindi ricco di testimonianze, moschee, madrase, caravanserragli, bazar, oltre 140 edifici di inestimabile valore che sono anche Patrimonio dell’Unesco. Valutate di prendere una guida per scoprire questa città così poco conosciuta. Il centro di Bukhara si gira comodamente a piedi, vista la grande quantità di cose da vedere considerate almeno un giorno e mezzo in città – noi abbiamo trascorso 2 giorni e mezzo e 3 notti, compreso un giorno per i dintorni di Bukhara. Ecco cosa vedere a Bukhara, nell’ordine in cui li abbiamo visti noi.
COSA VEDERE A BUKHARA
- Lyabi Hauz: questa piazza di certo non bellissima è il cuore di Bukhara, vi si affacciano importanti monumenti come la madrasa e la khanaka Nadir Divangebi, ristoranti, bar, bazar e il canale e bacino che fino al 1920 costituiva la maggior fonte di approvvigionamento d’acqua della città. L’acqua qui contenuta veniva utilizzata per lavarsi e per tutte le attività della vita quotidiana. Con l’arrivo dei sovietici è stata costruita una moderna rete di approvvigionamento, ma la testimonianza che offre questo punto è molto interessante. Notate anche la statua di Nasreddin Khoja sull’asino, un personaggio folkloristico musulmano, con il quale gli uzbeki amano farsi fotografare.
- Madrasa Nadir Divanbegi: si trova nella Lyabi Hauz e la sua particolarità è la presenza di due pavoni nella decorazione della facciata; nell’Islam era infatti proibito ritrarre essere viventi, ma questa madrasa è un’eccezione. Al suo interno c’è un bazar, come vi capiterà spesso in questo viaggio in Uzbekistan, e un ristorante. La sera verso le 19 vi sono anche delle sfilate e spettacoli tipici.
- Khanaka Nadir Divanbegi: il grande edificio posto di fronte alla madrasa, al di là del laghetto nella Lyabi Hauz, era una foresteria per pellegrini e monaci sufi nomadi. Oggi è un museo, fateci un salto per ammirare le belle decorazioni.


- Bazar: da sempre crocevia di mercanti sulla Via della Seta, Bukhara ha una grande tradizione artigianale. Di bazar ce ne sono tantissimi, tutti simili e aperti, anche se in passato erano dedicati ognuno ad una merceologia. Tra le cose tipiche che potrete trovare: tessuti e abiti in seta e cotone (la tecnica Ikat è la più pregiata), tappeti, miniature su fogli di gelso, cappelli, tè, zafferano, ceramiche dipinte a mano.
- Caravansary: i caravanserragli sono antichi hotel in cui i mercanti trovavano riposo. A Bukhara ce ne sono diversi, uno si affaccia proprio sulla Lyabi Hauz. Oggi sono occupati da altre attività come negozi e ristoranti.


- Madrasa di Ulugbek: è la madrasa di Ulugbek, il nipote di Tamerlano nonché celebre astronomo. E’ l’edificio più antico di Bukhara ed era dedicato agli studi scientifici.
- Madrasa di Abdulaziz Khan: costruita nel XVII secolo dall’omonimo sovrano di fronte a quella di Ulugbek, questa madrasa (non finita) è famosa per i suoi colori insoliti. L’ingresso è a pagamento (circa 1,60 €) e c’è il classico bazaar, impreziosito da bellissime architetture.


- Complesso Po-y-Kaylan: la piazza più famosa e monumentale di Bukhara comprende la Moschea e il Minareto Kalyan e la Madrasa di Mir-i-Arab. L’entrata principale della moschea è laterale (girateci intorno); all’interno il cortile è ampio e ha un gioco di simmetrie. Il minareto è tra i più alti dell’Asia centrale ed è altresì chiamato “Il minareto della morte” poiché dalla sommità venivano gettati i prigionieri. La madrasa invece è una delle poche ancora attive: durante il regime sovietico infatti furono chiuse quasi tutte le madrase, ma questa rimase attiva per “calmare gli animi dei musulmani”; non si può visitare all’interno, ma nell’atrio d’ingresso vi sono delle immagini che ritraggono la vita che vi si svolge.


- Ark di Bukhara: è l’imponente fortezza che ospitava la residenza di re, emiri e governatori, nonché una serie di edifici collaterali per le guardie e le prigioni, una sorta di città nella città. Fondata nel V secolo, venne più volte distrutta e ricostruita poiché ogni sovrano desiderava plasmarla a suo piacimento. Oggi all’interno ci sono diversi musei, le rovine dei palazzi, la moschea e ampi spazi con affaccio sulla città. Benché in rovina, vale comunque la pena farci un giro per comprenderne l’imponenza, della quale ci si accorge subito anche dalle mura.
- Moschea Bolo Hauz: dall’Ark fate una breve passeggiata e dirigetevi verso questa particolare moschea con colonne in legno finemente decorate. Spingetevi verso il portico (aivan), davvero splendido. La moschea è dedicata agli uomini e quando siamo andate noi era visitabile solo dall’esterno.


- Mausoleo di Ismail Samani: si dice che il mausoleo costruito per accogliere le spoglie dell’emiro Ismail Samani sia l’edificio islamico più antico dell’Asia centrale. Si salvò dalle devastazioni dei mongoli di Gengis Khan poiché all’epoca era coperto dal fango delle inondazioni. E’ privo di decorazioni, guardatelo da fuori e sbirciate nelle finestre per vederne l’interno (a pagamento). Intorno vi è un parco e anche un luna park sovietico in funzione.
- Chor Minor: a conclusione del nostro tour di Bukhara, abbiamo preso un taxi per venire a vedere i resti di questa antica madrasa, di cui rimane ben poco. Il suo nome significa “quattro minareti”. Significativa, ma ci è sembrata passabile.
- Quartiere ebraico: se vi avanza del tempo potete addentrarvi nel quartiere ebraico proprio dietro la Lyabi Hauz (mettete come riferimento il nostro hotel Minzifa). Qui avrete un assaggio della vita quotidiana.
COSA VEDERE NEI DINTORNI DI BUKHARA
Il quarto giorno del nostro viaggio in Uzbekistan abbiamo preso un driver tramite il nostro hotel e siamo andate alla scoperta dei dintorni di Bukhara, ecco cosa abbiamo visto:
- Complesso di Bahauddin Naqshband: non avevamo idea di cosa fosse questo luogo sacro, che si è rivelato una specie di La Mecca dell’Asia Centrale in quanto a importanza. E’ infatti il mausoleo del profeta Bahauddin Naqshband, figura di grande rilevanza per il sufismo e considerato il patrono della città di Bukhara: è quindi una meta di pellegrinaggio molto frequentata. Il complesso è ben tenuto, ci sono delle moschee, dei luoghi di preghiera, un laghetto, dei giardini. Quasi assenti i turisti.
- Palazzo d’estate di Bukhara: la residenza estiva dell’ultimo emiro, cacciato dall’arrivo dei bolscevichi. Il palazzo è molto sontuoso e colorato, sono visitabili alcune stanze e tutto il bel giardino all’esterno. Non imperdibile, ma comunque interessante.


DOVE MANGIARE
- Old Bukhara – Ci è piaciuto tantissimo questo ristorante tipico in una ex casa uzbeka, a pochi passi dalla Lyabi Hauz; hanno una bellissima terrazza all’aperto, il cibo uzbeko è molto buono, il vino anche e il personale molto gentile. Promosso!
- Minzifa – Un altro ristorante che serve tutti i piatti tipici della cucina uzbeka; hanno una terrazza (d’inverno coperta) e una bella vista, che però si vede solo se vi affacciate. Plov, manti e vino buoni.
- Mavrigi – Abbiamo preso un te e uno spuntino in questo locale in una piazza bellissima e raccolta di Bukhara, lontano dal caos. L’atmosfera tipica è superba, in più hanno delle chaikhane all’esterno per fare un aperitivo mentre si gode il tramonto. Avremmo voluto provarlo anche per cena.
- Ayvan Restaurant – Avevamo prenotato in questo ristorante molto bello e famoso su Instagram, ma per ben due volte hanno avuto degli “imprevisti”.
- Oriental Tea House – Un buon indirizzo per un pranzo veloce, il plov era molto buono; inoltre fanno anche dei ravioli di spinaci che finalmente riescono ad accontentare anche chi non mangia carne.
- Zaytoon – Volevamo uscire dal centro storico e abbiamo scelto questo posto moderno, primo su Tripadvisor tra i ristoranti di Bukhara. Diverse cose sul menù non erano disponibili, alla fine abbiamo preso un filetto di manzo, cucinato all’occidentale. Era buono, ma in generale niente di speciale.
- Chor Bakr – Su indicazione del nostro hotel e della guida per pranzo ci siamo recate in questo ristorante fuori Bukhara, molto famoso per la carne. Ha la cucina a vista e si fa fatica a comunicare poiché non hanno un vero e proprio menù, va a finire che ti portano della carne a loro scelta. L’ambiente è molto local, un po’ trasandato. Non ci ha molto soddisfatto.


Giorno 5 e 7: Samarcanda
Arriviamo a Samarcanda con il treno da Bukhara, una scelta economica e molto efficiente. Samarcanda è la città più famosa dell’Uzbekistan e le sue madrase, i suoi colori, le sue architetture lasciano davvero a bocca aperta. La città è divisa in due: da una parte la città antica con gli edifici di interesse storico del regno di Tamerlano (di cui Samarcanda ne era la capitale), dall’altra grandi palazzi, vialoni e negozi di eredità sovietica, senza dubbio meno interessanti. Anche qui abbiamo preso una guida che ci ha illustrato i monumenti e raccontato la storia di Tamerlano, indispensabile per capire la città. Le cose principali di Samarcanda le potete vedere in un giorno, oppure due se volete approfondire anche la parte sovietica. Per una guida completa di Samarcanda, leggi questo articolo.
COSA VEDERE A SAMARCANDA
- Registan: era il cuore dell’antica città e oggi è il luogo che più è in grado di riportarvi indietro nel tempo. Questo affascinante complesso simbolo di Samarcanda comprende tre madrase affacciate su un’immensa piazza, un tempo sede del bazar e protagonista della vita cittadina. La nostra madrasa preferita è quella di Ulugbek, sovrano illuminato e nipote del Tamerlano, nonché astronomo di fama internazionale: amava la scienza e la sua madrasa era l’università più importante dell’epoca e la prima ad ammettere anche le donne. Entrate in tutti gli edifici, le architetture sono pazzesche. Per accedere al Registan è necessario pagare un biglietto. Non dimenticate di tornare la sera, il Registan illuminato è tra le viste più belle di tutto il viaggio in Uzbekistan.




- Moschea di Bibi Khanym: dopo il Registan, proseguite lungo il vialone principale per arrivare a questa imponente moschea voluta da Bibi, moglie di Tamerlano. Secondo la leggenda, Bibi desiderava fare una sorpresa al marito e fece costruire questa moschea mentre egli era in viaggio. L’architetto però si innamora di Bibi e le chiede un bacio per finire la moschea; al suo ritorno il Tamerlano lo scopre e per questo episodio impone l’utilizzo del velo alle donne, perché non possano far cadere in tentazione l’uomo. Davanti alla moschea c’è anche un mausoleo.
- Bazar: è sempre affascinante fare un giro nel bazaar e scoprire cibi, odori e persone; quello di Samarcanda è molto grande e diviso per mercanzia, presentando tutti i generi alimentari dal pane, alla frutta, alle verdure tra cui le carote gialle per il plov, la carne, le uova, il riso e tanto altro.
- Moschea di Hazrat-Hizr: se avete tempo, visitate anche questa moschea adiacente al bazar. Non è di interesse storico, ma vi è una bella vista sulla città grazie alla posizione sopraelevata.
- Shah-i-zinda: questo viale di mausolei è un altro must see del viaggio in Uzbekistan. I colori azzurri e blu delle ceramiche e dei mosaici sono davvero favolosi. Veniteci verso il tramonto.


- Quartiere ebraico: sul vialone principale che collega il Registan alla Moschea di Bibi Khanym c’è una porticina bianca dietro la quale si apre il quartiere ebraico di Samarcanda. Uno spaccato di vita più umile e totalmente diverso da quanto vi è dall’altro lato della porta. Passeggiando per la via principale incontrerete una piccola moschea, un adorabile art shop vintage, la sinagoga e lo storico hammam ancora funzionante. Le persone sono molto gentili, potete entrare e chiedere di vedere. Abbiamo anche trovato un panificio locale con i fornai intenti a preparare il pane nel forno tandoor. Una meraviglia.


- Mausoleo di Gur Amir: Gur Amir è il nome asiatico del Tamerlano; non perdetevi il mausoleo con la sua tomba – egli in realtà doveva esser seppellito a Shakhrisabz, ma venne colto impreparato dalla peste e purtroppo in inverno era impossibile trasportare la salma fino alla città prescelta. Le decorazioni oro e blu e le stalattiti (che ricordano il luogo in cui Maometto ricevette la rivelazione da Allah) ne fanno un posto incredibile. La nostra guida ci ha anche rivelato interessanti particolari sulle usanze e i riti post mortem musulmani, come il fatto che le tombe sono puramente simboliche in quanto il corpo giace in una cripta.


DOVE MANGIARE A SAMARCANDA
- Cafè Labig’or – Questo ristorante uzbeko è una buona alternativa per mangiare vicino al Registan. E’ su due piani che paiono gestiti diversamente, vi consiglio di restare sotto in quanto più tranquillo. Hanno diverse varietà di carne e shashlik (spiedini) cotti al momento sulla griglia. Dopo parecchia confusione iniziale, abbiamo mangiato bene.
- Bibikhanum Teahouse – Un altro indirizzo con cucina discreta, da tener in conto per mangiare in centro. Si mangia sulle tipiche chaikhane.
- Platan – Questo ristorante che si trova nella parte sovietica della città serve un mix di cucina uzbeka e internazionale, tra cui anche pesce. Provatelo se avete voglia di variare un po’.
- Asian Restaurant – Per un pranzo veloce vi consiglio questo posto a pochi passi dall’entrata di Shah-i-zinda, dall’altra parte della strada. Locale con tovaglie di plastica e assai poche pretese, ma il plov era inaspettatamente buono e abbondante.
Giorno 6: Katta Langar e Shakhrisabz
Il sesto giorno del nostro viaggio in Uzbekistan decidiamo di fare una gita fuori porta da Samarcanda e quindi affittiamo un driver (circa 60 € per l’intera giornata), spiegandogli le tappe che avremmo avuto intenzione di fare.


KATTA LANGAR
Villaggio autentico uzbeko dove la dominazione sovietica non è riuscita ad arrivare, Katta Langar sorge ai piedi dei monti Gissar, a circa 3 ore di auto da Samarcanda, andando verso il Tagikistan. Il tragitto è lungo, ma offre vedute fantastiche e più volte vi verrà la voglia di fermarvi per fare una foto. Il villaggio venne fondato nel XV secolo da un gruppo di sufi Ishqiya e da allora poco è cambiato: Katta Langar è un angolo intatto di Uzbekistan, un viaggio indietro nel tempo. Entrate nell’antica moschea e fate un giro tra le viette e le case di mattoni e di fango per vedere come vive la gente. Dall’altro lato c’è un mausoleo che ospita la tomba di Mohammed Sadik e dei membri della famiglia, oltre ad un vasto cimitero dove, si dice, sia sepolta anche una delle figlie del Tamerlano.


SHAKHRISABZ
La seconda tappa della giornata è stata Shakhrisabz, la città del Tamerlano. La cittadina accoglie i resti dell’antico palazzo estivo: ne rimane solo il portone d’ingresso ricoperto di mosaici blu, ma si percepisce comunque la grandiosità del progetto. Dal lato opposto visitate la Moschea Kok Gumbaz e l’umile Cripta di Tamerlano, progettata per il condottiero, ma contenente invece i resti di corpi non identificati poiché Tamerlano si trova nel mausoleo di Samarcanda. Shakhrisabz non ci ha colpite positivamente: è interamente ricostruita, con grandi viali, edifici tutti simili, quasi come un grande villaggio turistico, e questo fa perdere l’autenticità uzbeka. Se desiderate solo visitare Shakhrisabz, date un occhio a questo tour.
Giorno 8, 9: Tashkent e Piccolo Chimgan
TASHKENT
La capitale dell’Uzbekistan è una città priva di fascino, se confrontata con le altre tappe del viaggio. Ci capiterete per forza in quanto da qui partono i voli internazionali, ma il mio consiglio è quello di non dedicarle troppo tempo a discapito di altre cose da fare o da vedere in Uzbekistan. Noi siamo rimaste due giorni e due notti, di però cui un giorno dedicato ad una bella escursione in montagna. Tashkent è molto grande, la potete girare con la metropolitana (meglio prendere un hotel vicino a una fermata), in taxi anche abusivi o a piedi. Le enormi piazze, i vasti vialoni con addirittura 6 corsie per le auto e gli alti palazzi sono eredità del regime sovietico, che mostrava la propria tramite immense architetture.
COSA VEDERE A TASHKENT
- Bazar Chorsu: questo bazar che risiede all’interno e tutt’intorno ad un edificio circolare con cupola blu è un vasto mercato alimentare dove trovare tutto ciò che vi è di commestibile in Uzbekistan. Carne, spezie, frutta, verdura, pane, uova e tantissimo altro: per me girovagare nel bazar vuol dire toccare con mano la vita quotidiana uzbeka e osservare le persone oltre che le merci. Interessante la stanza dove si fa il pane. Nelle vicinanze c’è anche la Moschea Dzuma.


- Città vecchia di Tashkent: dal bazar entrate nella città vecchia, un intricato labirinto di viette e abitazioni, che si estende a nord del centro di Tashkent. Gli uzbeki sono molto ospitali, noi abbiamo incontrato una signora gentile che ci ha aperto la porta di casa, mostrandoci come vive.
- Magic City: non siamo state in questo parco divertimenti, ma lo segnalo in quanto da fuori ci è sembrato molto scenografico e ci ha incuriosite.
- Fermate della metropolitana: le fermate del metro di Tashkent sono una diversa dall’altra e tutte decorate, eredità della dominazione sovietica che voleva far le cose in grande per dimostrare il proprio potere. Per accedervi bisogna acquistare un biglietto al ticket office oppure si può stranamente passare con la carta di credito. Ecco le fermate più belle: Kosmonavtlar dedicata ai più importanti astronauti sovietici, Pakhtakor, Bodomzor, Alisher Navoy che pare una moschea e O’zbekiston.


- Tra le altre cose da vedere a Tashkent: la Moschea Minor, la chiesa ortodossa Cattedrale dell’Assunzione e la madrasa di Barak-Khan.
DOVE MANGIARE A TASHKENT
- Plov Centre – E’ un’istituzione in Uzbekistan. Il Central Asia Plov Centre è il luogo dove provare il piatto nazionale uzbeko, il plov. L’interno è davvero molto grande e si possono osservare i cuochi intenti a preparare il plov in grandi pentoloni. Molto meglio venir qui per pranzo che per cena.
- Sharshara Cafè – Questo locale sulla riva del fiume è specializzato in carne e shashlik alla griglia, ma offre anche insalate, zuppe e altri piatti tipici uzbeki. La location è particolare – vi sono anche altri ristoranti nella stessa via. Parlano poco inglese.
- Toku – Stanche dalla cucina uzbeka, abbiamo scelto questo ristorante molto trendy e alla moda, dove fanno anche sushi, che si è rivelato buonissimo, ma molto costoso. Abbiamo infatti speso circa 70 € a testa, con vino, una cifra altissima per gli standard del posto.
- Caravan – L’ultima sera in Uzbekistan abbiamo provato quello che si è rivelato uno dei migliori ristoranti del viaggio. Il menù è un po’ più ampio del solito, abbiamo provato anche una sorta di stufato ricoperto da una cupola di pane. L’atmosfera è tipica e c’è anche della musica dal vivo. E’ frequentato sia da locali sia da turisti.


PICCOLO CHIMGAN
I monti Chimgan si trovano a nord est di Tashkent, a poco più di un’ora di percorrenza. Offrono una fuga nella natura in tutte le stagioni: in inverno sono una meta sciistica, mentre in primavera e estate è possibile fare tanti trekking. Noi abbiamo organizzato la nostra escursione con una guida locale: per andare in montagna in Uzbekistan è consigliabile aver sempre con sè una guida esperta, in quanto i sentieri non sono segnati e tanti tratti sono scoscesi e scivolosi. La nostra guida ci è venuta a prendere in hotel alle 8.30. Non saprei dire con esattezza da dove abbiamo iniziato a camminare, il punto di arrivo è stata la vetta del Piccolo Chimgan a circa 2000 m, dal quale si vede un bellissimo panorama, a cavallo tra Kirghizistan e Kazakistan. Una volta in vetta, la guida Vitalji ci ha preparato il tè e abbiamo mangiato i panini precedentemente comprati. Il dislivello totale è stato intorno ai 400 / 500 m, ma il terreno era molto scivoloso e, soprattutto in discesa, Vitalji ci ha aiutate tantissimo. Siamo tornati in hotel alle 17.30. Ci sono altre escursioni tra questi monti, tra cui la valle di Paltau e le cascate (valutate la meta con la vostra guida, in base al periodo e al tempo), in ogni caso consiglio l’escursione tra queste montagne a chi vuole conoscere un angolo incontaminato di Uzbekistan, fuori dalle rotte del turismo. Organizzare un’escursione in montagna non è semplicissimo (noi avevamo una guida russa, è possibile avere anche un traduttore), provate a dare un occhio qui oppure chiedere in qualche agenzia quando siete in loco.


Viaggio in Uzbekistan: cosa sapere
- Aeroporto: siamo arrivati a Urgench e ripartiti da Tashkent, non fate l’errore di prenotare andata e ritorno da Tashkent in quanto, per vedere Khiva, poi sarete costretti a prendere un volo interno. Non vi sono voli diretti dall’Italia, noi abbiamo volato con Turkish Airlines. Dall’aeroporto alla città (e viceversa) prendete un taxi.
- Visto: non serve.
- Spostamenti: i treni che collegano le principali città funzionano benissimo, prenotateli con largo anticipo (uno o due mesi prima) sul sito delle ferrovie uzbeke; sono efficienti, puliti, veloci e costano poco. Se non c’è più posto, dovete chiedere un driver al vostro hotel. In città spostatevi con i taxi, vi sono anche tanti taxi abusivi, contrattate prima il prezzo; se riuscite, scaricate l’app Yandex Go per i taxi.
- Prezzi: l’Uzbekistan è un Paese più economico rispetto all’Italia, tuttavia esistono varie fasce di prezzo. Alcuni servizi dedicati esclusivamente ai turisti sono abbastanza costosi, come le guide (circa 60 € al giorno) o i driver (50 / 60 € a seconda della tratta). L’accesso ai monumenti è in genere molto economico. Mangiare al ristorante può costare da 10 € a pasto in su, a seconda del locale e di cosa mangiate.
- Pagamenti: la moneta locale è il SUM; alcuni hotel e ristoranti accettano anche dollari e euro.
- Bancomat: i pagamenti con il bancomat sono poco diffusi, munitevi sempre di contanti, anche nella capitale. Molti hotel e ristoranti accettano solo pagamenti in contanti.
- Religione: la maggior parte degli uzbeki sono musulmani, ma sono molto tolleranti, tanto che non vi è l’obbligo del velo e non vi sentirete quasi mai osservate se siete donne; meglio comunque girare con spalle e ginocchia coperte, evitando scollature profonde. La Valle di Fergana merita qualche precauzione in più.
- Guide: sappiate che non vi sono spiegazioni, portate con voi una guida cartacea dettagliata oppure pagate una guida turistica in loco, è utilissimo per capire la storia e la cultura di questo luogo tanto differente da quanto conosciamo. Chiedete la guida al vostro hotel; avevamo letto anche di guide locali economiche fuori dai monumenti, ma noi non ne abbiamo trovate.
- Cibo e ristoranti: il plov è il piatto nazionale ed è composto da riso pilaf, carote, uvette, uova (a volte), ogni città ha la sua ricetta. Altri piatti tipici sono i manti (ravioli ripieni di carne o zucca), altri ravioli più piccoli, i samsa (fagottini ripieni di carne), tanta carne di manzo, agnello, pollo e gli spiedini shashlik, insalate, zuppe e il pane rotondo. Per i vegetariani non è impossibile mangiare, ma a volte la scelta potrebbe essere limitata. Si serve alcol, nonostante sia un Paese musulmano.
- Registration paper: tenete le registration papers rilasciate dagli hotel in quanto potrebbero chiedervele all’aeroporto.
- Sicurezza: l’Uzbekistan è un Paese sicuro; questa informazione ci è stata confermata da guide e persone esperte, abbiamo viaggiato in due ragazze e non ci siamo mai sentite in pericolo.