Scopri il Liberty a Milano a Porta Venezia: ecco un tour che puoi fare a piedi o in bici in 10 tappe
Lo stile Liberty, altrove conosciuto come Art Nouveau, è un movimento artistico-filosofico che nasce in Francia e si diffonde in tutta Europa a cavallo tra l’800 e il 900. A Milano, che in quegli anni era il maggiore polo industriale d’Italia, lo stile Liberty con la sua eleganza decorativa piace molto alla nuova borghesia fatta di imprenditori, ricchi industriali e commercianti. Questi adottarono lo stile Liberty per rimarcare la propria importanza e distacco dall’antica nobiltà, le cui ville erano in stile neoclassico. Così Milano dai primi anni del 1900 inizia ad accogliere il Liberty nei suoi palazzi d’edilizia pubblica e privata e nelle sue architetture: Porta Venezia è la Milano Liberty per eccellenza dove ancora oggi ci sono tantissimi esempi. In questo articolo ti suggerisco un tour da fare a piedi o in bicicletta (qui tutti gli altri tour di Milano) per conoscere le bellezze della Milano Liberty.
Milano Liberty: una passeggiata a Porta Venezia
1. EX CINEMA DUPONT
Via Paolo Frisi 2
Sono due imprenditori milanesi, i fratelli Galli, a portare a Milano il primo cinema della città, estasiati dall’esperimento del cinema Lumiere a Pisa, prima sala cinematografica italiana. Il progetto meneghino è affidato agli architetti Tettamanzi e Mainetti e accoglie una facciata in pieno stile liberty. Il Cinema Dumont apre nel 1910 con una sala d’aspetto, il bar, una cabina di proiezione al primo piano e il parterre con 516 posti a sedere. Resta in attività fino al 1932, dopodiché scampa ai bombardamenti della guerra e si riconverte prima in un autosalone, poi in deposito di ambulanze. Dal 1993, infine, ospita la Biblioteca Venezia.

2. CASA GALIMBERTI
Via Marcello Malpighi 3
Quello tra via Marcello Malpighi e via Sirtori è uno degli angoli più suggestivi del liberty milanese. I Galimberti, imprenditori edili, sono tra i primi sostenitori dello stile a Milano: Casa Galimberti viene costruita tra il 1902 e il 1905 su progetto dell’architetto Giovan Battista Bossi che per l’elegante facciata alterna ferri battuti intrecciati e motivi floreali. Impossibile non rimanere estasiati dall’armonia delle decorazioni. La particolarità è che la facciata è rivestita di piastrelle dipinte che, come in un mosaico, danno vita a sinuose figure femminili e maschili in un intreccio di piante rampicanti. Casa Galimberti è pensata come edificio di appartamenti da affittare, dunque funzione decorativa e pratica devono coesistere: da qui l’utilizzo delle piastrelle la cui funzione è quella di mantenere la facciata pulita.

3. CASA GUAZZONI
Via Marcello Malpighi 12
Poco più in là di Casa Galimberti, c’è Casa Guazzoni, costruita anch’essa dal Bossi, ma con una rilevante diversità decorativa. In Casa Guazzoni, infatti, l’effetto cromatico viene sostituito da un chiaroscuro ottenuto dalle molteplici decorazioni in cemento e ferro presenti nei balconi e nell’intera facciata.

4. ALBERGO DIURNO VENEZIA (ATTUALMENTE CHIUSO)
Piazza Oberdan
Scendendo le scale della fermata della metropolitana Porta Venezia in piazza Oberdan, lateralmente, si scopre l’Albergo Diurno, gioiello dell’Art Decò milanese sconosciuto ai più. Si tratta di un elegante spazio con bagni pubblici, terme, barbieri e parrucchieri e raffinati saloni per la cura della persona in cui viaggiatori e cittadini avevano la possibilità di rigenerarsi dopo un viaggio o una faticosa giornata di lavoro. L’Albergo Diurno, progettato dell’architetto Portaluppi, viene inaugurato nel 1925, periodo in cui le case non disponevano di adeguati servizi. Oggi è un luogo avvolto dalla malinconia, ma ancora capace di far riaffiorare lo splendore della Belle Epoquè milanese. E’ affidato in concessione al FAI e fino a poco tempo fa poteva esser visitato in occasione delle Giornate FAI o di aperture speciali. Riaprirà nel 2026 per ospitare il Museo dell’Arte Digitale.

5. KURSAAL DIANA
Sheraton Diana Majestic, viale Piave 42
Lo sapevi che questo hotel in cui forse ti è capitato di andare per un aperitivo racchiude una storia singolare? Nel 1842 sono i Bagni Diana, la prima piscina pubblica d’Italia. Inizialmente riservata solo agli uomini, le donne sono ammesse dal 1886 e solo in orari ristretti. Con l’arrivo dell’acqua potabile nelle case, la fortuna dei Bagni Diana viene meno e la struttura lascia spazio al Kursaal Diana, hotel di lusso con sala da ballo, un ristorante e un teatro, protagonista della Belle Époque milanese. Nel progettarlo, l’architetto Achille Manfredini si ispira ai locali notturni di Parigi. Questo hotel che ha vissuto il 900 milanese (tra le altre cose, è sopravvissuto ad un attentato anarchico e si dice inoltre che Mussolini vi trascorse l’ultima notte prima di rifugiarsi sul lago), ancora oggi è testimonianza di quella Belle Époque che ne ha decretato la fortuna.

6. PALAZZO CASTIGLIONI
Corso Venezia 47
Altra tappa del tour Liberty a Milano è Palazzo Castiglioni. Il committente Ermenegildo Castiglioni era alla ricerca di uno stile diverso rispetto ai soliti palazzi e l’architetto Giuseppe Sommaruga andò oltre, posizionando sopra il portone d’ingresso due statue di donne seminude simbolo della pace e dell’industria. Un azzardo per l’epoca, tanto che il palazzo viene sarcasticamente ribattezzarono “Cà di Ciapp”. Stanco delle dicerie, il Castiglioni decide quindi di togliere le statue che vengono riutilizzate per un altro palazzo progettato dal Sommaruga in via Buonarrotti 48, dove sono tutt’oggi presenti.

7. CASA BERRI MEREGALLI
Via Cappuccini 8
Il palazzo Berri Meregalli, con la sua incredibile facciata d’angolo, è considerato l’ultimo esempio d’architettura liberty milanese. Edificato tra il 1913 e 1915 da Giulio Ulisse Arata, in esso si riuniscono diversi stili architettonici: se gli affreschi, i ferri battuti e i motivi floreali sono propri del liberty, i muri massicci e gli archi rimandano allo stile romanico, mentre le statue gargoyle gli donano quell’atmosfera cupa tipica del gotico. E’ curioso notare che Arata, in quel periodo, era contrario al liberty e si dichiarava contento di aver contribuito al suo superamento.

8. CA’ DE L’OREGGIA
Via Serbelloni 10
Casa Sola Brusca, in via Serbelloni 10, è un palazzo liberty in cui è esposto un grande orecchio in bronzo. L’autore è Adolfo Wild che ebbe l’idea di sostituire il citofono per mettere in contatto l’esterno del palazzo con la portineria. Questa scultura, che vale al palazzo il nome di Cà de l’Oreggia, in realtà è stata aggiunta nel 1930 in seguito all’epoca liberty, ma vogliamo comunque segnalare questa curiosità.

9. CASA TENSI
Via Vivaio 4
Un altro vivace esempio di architettura liberty a Milano è Casa Tensi, realizzata in stile Liberty dall’architetto Ernesto Pirovano, già conosciuto in città per le decorazioni floreali con le quali era solito abbellire i balconi in ferro battuto.

10. CASA CAMPANINI
Via Vincenzo Bellini 11
Infine, tra i palazzi più riusciti in epoca liberty c’è Casa Campanini, abitazione dell’architetto Alfredo Campanini, da lui stesso progettata. Le due cariatidi dello scultore Michele Vedani poste all’ingresso, il cancello in ferro battuto abbellito con motivi floreali e le decorazioni sinuose rendono Casa Campanini un gioiello tutto da scoprire. I motivi liberty sono presenti anche all’interno del palazzo, ricco di fregi, affreschi e vetri policromi, nonché negli arredi.

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